… un uomo dallo sguardo disilluso che beve vino da solo a un tavolo di plexiglass con sopra pane tagliato a fette e del pesce ancora congelato e sottovuoto. Gira la testa prima da un lato e poi da un altro, ma non vede nessun altro che se stesso.
Carolina Lio
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3.33 FRAMMENTI DA UNA RESURREZIONE
XXI secolo, ancora una rinascita del Cristo, una nuova purificazione nel segno ininterrotto dell’altra più antica, gli uomini chiedono ulteriore redenzione, questa volta non sarà la carne flagellata il rito che la rende vera, ma la fragile unzione della pelle attraverso l’acqua; resurrezione redenta dall’acqua, che toglie i peccati del mondo e li fa suoi, solo peccato resterà la stessa rinascita, il semplice fatto di averla osata.
Il sacrilegio ha anch’esso una sua propria ortodossia da rispettare, il nuovo battesimo dell’umanità redenta passa attraverso l’acqua santa contenuta in una botte di ferro, in una piccola chiesa di provincia della rurale Moldavia, è un cristo dell’Est Europa il portatore delle odierne piaghe, pieghe di una pietà mancata che gli uomini insistono a dimenticare, quali piccioni affamati che si nutrono del cuore del redentore, incuranti come un tempo delle falsità dei tempio, ostinati nel voler salvare il boia Barabba.
E’ il sudore della fatica del condannato che l’acqua vuole purificare, il segno della sua passione, del suo calvario, che in una vasca di rigenerazione trova lo spazio e il tempo di una presente concordia tra la carne e il suo peccato originale. Con quel sudore sarà innaffiata la terra che vedrà la rinascita, o soccomberà definìtivamente all’apocalisse promessa.
Testimone della verità della profezia, e segno indelebile della sua realtà viscerale è l’antica corona di spine, al Re dei Giudei, Prometeo e servo al contempo, spetta il dolore di una ferita sempre aperta da cui sgorghi a bagnare il mondo il sangue di una vittima, estrema, sete di salvezza.